Crollo totale degli indici mondiali; dovremmo tornare indietro di qualche anno per vedere tonfi del genere su tutti i mercati, ovviamente tutti ricorderanno l’11 Settembre 2001, ma chi opera nel settore finanziario sa benissimo quanto furono brucianti i giorni che vennero prima della citata data e quanto fu drammatico il 2000 per le borse, in primis per quelle d’oltre oceano.
Ma il passato al momento non ci riguarda, anche se ci è utile per non cadere in vecchi errori.
Il problema a mio avviso è più drammatico ( considerando i dati che abbiamo al momento) di quello che può sembrare e possiamo definirlo attraverso due termini fondamentali per le economie: Stagnazione + Inflazione e quindi rispolveriamo il vecchio termine anglosassone Stagflation (stagflazione).
I segnali di Stagnazione sono più che evidenti; la crescita economica va a rilento e
noi Europei abbiamo grosse difficoltà sia a competere con le economie più dinamiche Asiatiche
sia a collaborare e ad esportare i nostri prodotti a causa dell’elevato valore dell’euro nei confronti del dollaro.
Le Banche Centrali hanno il suo bel d’affare per risollevare le economie.
In un modo che ha sempre funzionato, la stessa Fed, abbassando i tassi di interesse cerca di aiutare le imprese per far prestare loro danaro a basso costo, la Bce invece dichiarava ieri Stark,
è pronta ad alzare i tassi per frenare l’inflazione che si attesta al 3%. Quale delle due strategie sarà ottimale? Ai posteri l’ardua sentenza!
A mio avviso qualcosa sta sfuggendo dal controllo dei controllanti, i “giochini con i numeri e con i tassi” si possono fare ( secondo me la Bce sta sbagliando timing, ma io non sono Stark)
e prova e riprova si è sempre riusciti a ripristinare drastiche situazioni economiche. Ma in questo caso c’è un problema su cui si tende a sorvolare; l’inflazione reale, quella che pesa sulle famiglie
che non è certo del 3%, è condizionata sempre più dal prezzo delle materie prime e non come poteva accadere nel passato a causa del costo del lavoro.
Potremmo quindi teorizzare che, se riuscissimo a controllare la crescita del prezzo delle materie prime (commodities), gran parte delle problematiche economiche sarebbero risolte ma questo è il libero mercato e la globalizzazione: qualcosa che difficilmente può essere controllato in toto.
A questo punto ci chiediamo quale fra le materie prime è al momento più appetibile;
a mio avviso “il grano” o meglio il frumento “wheat”.
Vediamo perché:
Come sappiamo il grano è quotato al CBOT (Chicago Board of Trade) che è il più antico e importante mercato per i cereali.
Per i neofiti l'unità di misura del wheat è il bushel e un contratto sul wheat ha un taglio di 5.000 bushels. Il prezzo del grano è espresso in cent/bushel mentre l'oscillazione minima di prezzo è 1/4 di cent, che per un contratto equivale ad un valore di 12,50$.
Ma veniamo all’aspetto grafico, analitico-tecnico:
a differenza di altre volte voglio sottolineare subito il supporto statico e dinamico del future analizzato che se perforato invaliderebbe la molto probabile ipotesi rialzista.
Prendendo in considerazione il grafico inserito in codesta analisi, possiamo monitorare che perforando il supporto 877 rappresentato dalla prima freccia rossa (supporto statico)
la tendenza rialzista di brevissimo periodo si arresterebbe e con altissima probabilità questa ipotesi sarebbe confermata dal perforamento del supporto dinamico rappresentato dalla prima linea verde in basso che rappresenta la trendline rialzista di breve periodo.
Un eventuale strappo rialzista spingerebbe invece i prezzi del wheat presso il primo obiettivo rappresentato della resistenza raffigurata dalla semiretta passante per le chiusure dei due precedenti massimi storici a quota 990 e che teoricamente potrebbe raffigurare un neckline di un Testa e Spalle rialzista “anomalo” di continuazione. Quindi il secondo obiettivo a quota 1009,5 visibile sul grafico in corrispondenza della seconda freccia rossa rappresenta l’ultimo massimo storico. Quest’ultimo valore farà da spartiacque, da quota 1000 ( anche resistenza psicologica un po’ come per il petrolio quota 100), il mercato del grano entrerà in trepidazione e quindi:
1) Da quota 1000 la festa è finita in quanto il doppio massimo che ne potrebbe scandire spingerebbe il prezzo del grano su valori ritenuti equi e di conseguenza anche il fenomeno inflativo ne gioverebbe.
2) La resistenza sarà perforata come il burro e l’obiettivo 1240 rappresentato dal segmento di colore verde, tracciabile sulla parallela della trendline ascendente di cui prima e obiettivo del TS rialzista , sarà alla portata e in questa seconda ipotesi si aprirebbero gli spiragli per una vera e propria crisi che noi tutti scongiuriamo.
Luca Fiordi http://www.fibonacci.it